Intervista




PERCHE’ QUESTA NUOVA AVVENTURA ESTREMA MAURIZIO?

Un giorno i miei figli mi dissero:

“Papà la Natura è bravissima, fa delle cose che nessuno scultore riesce a fare”.
Mi sono commosso e i miei occhi in quel momento hanno incominciato ad inumidirsi.

Quel giorno eravamo in una grande grotta, le mie mani ruvide e calde, uno da una parte e una dall’altra, stringevano le loro morbide e indifese manine, quelle di Andrea, 7 anni e quelle di Greta di 5 anni.
Le “delicate manine” erano quelle dei miei “cuccioli”.

Stavamo camminando per tre, occupando tutto il passaggio, guardando di qua e di là incuriositi, solamente qualche volta ci allargavamo o ci scontravamo per evitare di bagnare gli scarponi in qualche pozzanghera, oppure, quando non si poteva evitarla, la saltavamo anche allungando la gamba in precario equilibrio. Le gambine più corte, però, non venivano risparmiate dal fango e dagli spruzzi  che faceva lo scarpone battendo violentemente il limite della pozzanghera quando poggiava, nonostante la mia spinta e il mio sostegno deciso alzando e tirando le loro corte braccia in alto. Si rideva spensierati e sereni, c’era molta “luce tra noi” e in quei brevi momenti non ci accorgevamo di essere, invece, avvolti da una montagna.
Stavamo passeggiando dentro quella montagna che io conosco molto bene e ne percorro in MTB i suoi selvaggi sentieri, eravamo in una gigantesca grotta naturale che la buca e la oltrepassa per circa 1 km, la sensazione era quella di essere gli unici nelle viscere della terra e lontanissimi da tutti e da tutto.
Era la prima volta per loro.

Nessuno dei due miei cuccioli è riuscito a guardarmi in faccia e ad incrociare i miei occhi, era buio dentro, solamente qualche faretto attaccato ai bordi della grotta con luce soffusa illuminava leggermente le pareti mettendo in rilievo qualche conformazione rocciosa particolare, allungandone la sua ombra e rendendola quasi viva.
Dopo aver sentito quelle parole dalla tonalità candida, ho trattenuto forte quell’emozione ed ho continuato a parlare raccontando di come l’acqua in milioni d’anni con il suo inesorabile scorrere avesse scavato, come un magico scalpello, quella dura roccia; e, come tutte quelle piccole gocce tambureggianti, con costante ritmo, provenienti da qualche spaccatura dall’alto della grotta, avessero creato, e continuato a crescere, tutte quelle forme lisce e ben levigate senza vita apparente.
Mantengo dentro, ancora oggi, questo segreto, non so se ho fatto bene, forse mi sarei vergognato o forse non sarei stato in grado di spiegare quella lacrima che cresceva piano e si faceva strada sulla mia fredda guancia.

Da qualche anno il mio pensiero era proiettato là, verso il Lago Baikal, il mio sogno segreto galleggiava nelle notti su quelle acque scure e profondissime.
Quelle parole così semplici e spontanee hanno creato in me il desiderio forte di andare a conoscere quello “Scultore” che tutti gli anni si ripropone con instancabile energia con la sua gigantesca opera. Una collana di ghiaccio fatta di migliaia di perle colorate, lunga circa 600 km e larga 50, liscia, increspata, spaccata, trasparente, impolverate, spettrale, sonante, grossa, sottile.
Ho viaggiato-esplorato molto ed ho visto numerose “Sculture” nel mondo, ma per queste speciali opere nessuno mai, mi ha dato il biglietto della prima fila, quello comodo, quello che basta alzare la testa e, senza sforzo, anche la macchina fotografica per fare un clic.
Ho dovuto subire e conoscere vibrazioni ed emozioni che qualche volta non avrei mai voluto conoscere.
So cosa mi aspetta dalla “Siberia Invernale”: tutte quelle situazioni a cui la maggior parte delle persone fugge, non vorrebbe mai trovarsi o cerca di evitare, come la fatica, le decisioni, la sofferenza, lo sfinimento, ……la solitudine......
Io invece, sono ancora qui chino a ringraziare questa “Perfetta Signora” perché so che mi darà ancora una volta la possibilità di scoprire uno dei tanti angoli ancora inesplorati di me stesso e nutrire la mia insaziabile anima.

L’arte è nella Natura, l'arte è la vita stessa della Natura

“Solo muovendosi, passo dopo passo, senza fermarsi mai, si arriva alla meta”.

Maurizio Doro



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