Report in Diretta


PER GLI AGGIORNAMENTI VEDI SOTTO (30 Marzo)


30 Marzo 2014-Slyudyanka (Lago Bajkal-Siberia)


Maurizio a completato la sua avventura.



Alle ore 19:01:43 (in Italia h 12:01:43) con il messaggio" OK Naturaid Mauri tutto procede bene" lanciato attraverso il suo posizionatore satellitare, Maurizio ha messo il punto finale della sua traccia sulla città di Slyudyanka. Città che lo ha visto partire esattamente 23 giorni fa, di cui solo uno di riposo, per la circumpedalata del Lago Bajkal. Maurizio in solitaria ha pedalato per quasi 1100 chilometri sul lago ghiacciato, e poi gli ultimi giorni altri 500 km su strada. Pochi altri avventurieri moderni hanno fatto lo stesso giro in bicicletta ed erano in gruppo e pensiamo che Maurizio sia stato il primo ciclista a compiere questa impresa in solitaria.
Grazie Maurizio per le emozioni che ci hai trasmesso, grazie per le splendide foto, grazie per i tuoi racconti che ci hai spedito, grazie di aver condiviso con noi il tuo sogno, grazie di essere nostro Amico.




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Irkutsk
Ora Siberiana (+ 7 ore)
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  12 Gennaio, ora Italia 12:20, ora Siberia 00:00

Il tempo si è fermato un "attimo, solo 13 anni"....
Nel 2001 eravamo in Alaska, che bella avventura.
2014 eravamo in negozio, che bel nuovo sogno.
Come fosse ieri, stesso entusiasmo, stessa professionalità, stessa sicurezza, stessa fiducia..... ancora noi, sempre gli stessi, abbiamo sempre creduto e amato le nostre idee, i nostri sogni.
Grazie Donatella, grazie Andrea.

SIBERIA
13 ANNI FA..... L'AVVENTURA CONTINUA!   FILM

Il nostro sogno ci aspetta.
La Vita è un'Avventura....ma anche un Cin Cin
www.mauriziodoro.it

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  15 Gennaio, ora Italia 18:30, ora Siberia 00:00

PERCHE’ QUESTA NUOVA AVVENTURA ESTREMA MAURIZIO?

Un giorno i miei figli mi dissero:

“Papà la Natura è bravissima, fa delle cose che nessuno scultore riesce a fare”.
Mi sono commosso e i miei occhi in quel momento hanno incominciato ad inumidirsi.


Il lusso di sognare ed emozionarsi.

Capita a volte di starmene solo seduto comodamente sul divano, ma quasi non sai se sei comodo, forse meglio dire: mi sono buttato, avvolto da cuscini, sono rilassato e disordinatamente allungato tra qualche giacca e fumetti dei bambini, anche svogliato, senti il corpo abbandonato ma anche abbandoni tutto quello che ti circonda. Pigro.
Sei difronte alla pura materia sterile, alla televisione con il telecomando in mano. Non fai nessuno sforzo o fatica perché pure la mano allungata è appoggiata senza vita al tuo fianco sul divano.
Si comincia, a poco a poco sfogli, sfogli un po avanti un po dietro, senza guardare, oramai è un gesto inconscio, direi quasi vitale, necessario nel nostro mondo, dove tutto è mosso da un tocco, è un movimento naturale, inglobato nel nostro sistema nervoso, la metamorfosi è avvenuta…. Il pollice, che con la sola pressione su una piccola piastrina di plastica fa cambiare il tipo di piacere materiale o di lusso. Non serve far nulla per nutrirsi di questo veleno, star immobili con la bocca aperta mentre inesorabile scorrere il tempo.
Tu non muovi un dito, si fa per dire, sempre sdraiato…. Aspetti…. Mentre lui, il pollice fa il suo compito di primo selezionatore.
Con quel pollice che sembra fatto apposta, balzi da una pagina all’altra in quello schermo luminoso che ti incanta, è la nuova Sirena della nostra era.
Alcune volte ho detto hai miei figli, “basta ora basta tv, giochiamo assieme”.
Ma è capitato anche a me di trovarmi al loro posto, ma nessuno mi dice “basta ora basta Tv”….. nessuna autorità oggi può impedirmelo, lo può fare solamente il mio istinto, il mio orgoglio, solamente il Samurai che vigila in noi può aiutarci a vivere e sopravvivere all’illusione.
Un programma qualsiasi, eccolo, fermo, che in quel preciso istante noi crediamo scelto dal nostro volere, in realtà è lui che ti attrae e diventi il suo prigioniero in quella grande nassa.
La tua mente si blocca e il tuo sguardo si fa più fisso.
L’udito si fa più fine.
Sembri più attento.
Un programma qualsiasi, un format, fatto di giornalisti, opinionisti, politici, sportivi, cantanti….
Piano piano sei più concentrato, ti trasformi lentamente, ma non te ne accorgi.
Le emozioni crescono e quelle che si susseguono dentro sono incontrollabili spesso sono senza senso che sbocciano in un’aggressione invisibile, un insulto silenzioso verso quello o l’altro anche se non li conosci, verso un gesto, un costume, un’azione, verso un’idea, un pensiero, verso un luogo, uno sport, un colore, una religione. Senza spesso saperne nulla o conoscendone la verità.
Solamente quella emozione abortita inconsciamente, ti altera.
Tu e lei, la televisione che ti regala un attimo della sua squallida compagnia o ti offre giochi misurati in share.
Sei solo e ti allontani dal tempo che non ti aspetta.
Sei ancora sul divano per ore senza accorgerti, non ricordi quante volte hai detto che schifo o sbuffato.
Non ti sei accorto che si è fatto molto tardi.
Poi di scatto balzi come un felino e spegni tutto, ti sei come svegliato per andare a letto.
Guardi l’orologio lontano nella penombra, appeso alla parete della cucina, svogliatamente, senza commento….. lo sai già, domani mattina ti alzerai, non lo dirai, ma lo penserai: “ieri sera ho perso tempo”.
Non ho sognato….anzi ho fatto un brutto sogno.
Ho fatto una brutta avventura.

Non diamo troppo vantaggio alla pigrizia.

L’avventura è uno schermo troppo speciale, nasce e cresce lentamente dopo aver vissuto, coccolato e nutrito un sogno.
Ti avvolge di energia senza che tu te ne accorga.
Il mio sogno nasce senza preavviso, da qualche cosa che Madre Natura mostra ai miei sensi, tramite una foto, un sapore, un suono, una voce, un racconto, elementi che in modo naturale mi donano emozioni straordinarie e spesso mi commuovono.
Silenziosamente il sogno germoglia e la mia emozione affamata si nutre di curiosità e sacrificio per crescere.
Sono come un bambino che porta con sè il suo orsachiotto di peluche che mostra ai compagni nei momenti di gioia e tutte le sere, sotto le coperte, lo stringe forte forte.
Ogni giorno il sogno mi accompagna, mi fa sentire vivo, non ho bisogno di quel pollice, ma tutto il mio corpo lavora per dare un volto a questo sogno per poterlo un giorno guardare negli occhi e conoscerne la sua bellezza.
Sento la necessità di cercare qualche foto e immagini e leggo qualche racconto di chi ha vissuto nel luogo che mi attende. Sembrerebbe normale per me che sono un esploratore in bicicletta costruire ed analizzare il percorso già da casa, ma mi soffermo poco sui punti di appoggio o le distanze, questa non è una gara, non mi interessano i km e i tempi, conoscere ancor prima di partire tutte queste “sicurezze” mi priva del regalo, della sorpresa più bella che mi aspetta, “l’Avventura Vera”
Non ho mai voluto sapere il sesso dei miei figli prima che nascessero, che bello, è stata un’esplorazione splendida per 9 mesi, il procedere senza certezze giorno per giorno solamente l’attesa di conoscere l’Angelo nel primo minuto del suo arrivo sulla terra. Un’attesa lunga che mi ha regalato la gioia di sentirmi vivo e vero su questo mondo.
In un mondo dove oramai si sa cosa succederà domani, dopodomani, tra una settimana, tra 9 mesi, la mia emozione più grande è non saper cosa ti aspetta durante tutta l’avventura e non veder l’ora di scoprirlo.

Un giorno i miei figli mi dissero:
“Papà la Natura è bravissima, fa delle cose che nessuno scultore riesce a fare”.




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  20 Gennaio, ora Italia 16:40, ora Siberia 00:00

PERCHE’ QUESTA NUOVA AVVENTURA ESTREMA MAURIZIO?

Un giorno i miei figli mi dissero:

“Papà la Natura è bravissima, fa delle cose che nessuno scultore riesce a fare”.
Mi sono commosso e i miei occhi in quel momento hanno incominciato ad inumidirsi.

Quel giorno eravamo in una grande grotta, le mie mani ruvide e calde, uno da una parte e una dall’altra, stringevano le loro morbide e indifese manine, quelle di Andrea, 7 anni e quelle di Greta di 5 anni.
Le “delicate manine” erano quelle dei miei “cuccioli”.



Stavamo camminando per tre, occupando tutto il passaggio, guardando di qua e di là incuriositi, solamente qualche volta ci allargavamo o ci scontravamo per evitare di bagnare gli scarponi in qualche pozzanghera, oppure, quando non si poteva evitarla, la saltavamo anche allungando la gamba in precario equilibrio. Le gambine più corte, però, non venivano risparmiate dal fango e dagli spruzzi che faceva lo scarpone battendo violentemente il limite della pozzanghera quando poggiava, nonostante la mia spinta e il mio sostegno deciso alzando e tirando le loro corte braccia in alto. Si rideva spensierati e sereni, c’era molta “luce tra noi” e in quei brevi momenti non ci accorgevamo di essere, invece, avvolti da una montagna.
Stavamo passeggiando dentro quella montagna che io conosco molto bene e ne percorro in MTB i suoi selvaggi sentieri, eravamo in una gigantesca grotta naturale che la buca e la oltrepassa per circa 1 km, la sensazione era quella di essere gli unici nelle viscere della terra e lontanissimi da tutti e da tutto.
Era la prima volta per loro.

Nessuno dei due miei cuccioli è riuscito a guardarmi in faccia e ad incrociare i miei occhi, era buio dentro, solamente qualche faretto attaccato ai bordi della grotta con luce soffusa illuminava leggermente le pareti mettendo in rilievo qualche conformazione rocciosa particolare, allungandone la sua ombra e rendendola quasi viva.

Dopo aver sentito quelle parole dalla tonalità candida, ho trattenuto forte quell’emozione ed ho continuato a parlare raccontando di come l’acqua in milioni d’anni con il suo inesorabile scorrere avesse scavato, come un magico scalpello, quella dura roccia; e, come tutte quelle piccole gocce tambureggianti, con costante ritmo, provenienti da qualche spaccatura dall’alto della grotta, avessero creato, e continuato a crescere, tutte quelle forme lisce e ben levigate senza vita apparente.
Mantengo dentro, ancora oggi, questo segreto, non so se ho fatto bene, forse mi sarei vergognato o forse non sarei stato in grado di spiegare quella lacrima che cresceva piano e si faceva strada sulla mia fredda guancia.

Da qualche anno il mio pensiero era proiettato là, verso il Lago Baikal, il mio sogno segreto galleggiava nelle notti su quelle acque scure e profondissime.

Quelle parole così semplici e spontanee hanno creato in me il desiderio forte di andare a conoscere quello “Scultore” che tutti gli anni si ripropone con instancabile energia con la sua gigantesca opera. Una collana di ghiaccio fatta di migliaia di perle colorate, lunga circa 600 km e larga 50, liscia, increspata, spaccata, trasparente, impolverate, spettrale, sonante, grossa, sottile.
Ho viaggiato-esplorato molto ed ho visto numerose “Sculture” nel mondo, ma per queste speciali opere nessuno mai, mi ha dato il biglietto della prima fila, quello comodo, quello che basta alzare la testa e, senza sforzo, anche la macchina fotografica per fare un clic.
Ho dovuto subire e conoscere vibrazioni ed emozioni che qualche volta non avrei mai voluto conoscere.
So cosa mi aspetta dalla “Siberia Invernale”: tutte quelle situazioni a cui la maggior parte delle persone fugge, non vorrebbe mai trovarsi o cerca di evitare, come la fatica, le decisioni, la sofferenza, lo sfinimento, ……la solitudine......
Io invece, sono ancora qui chino a ringraziare questa “Perfetta Signora” perché so che mi darà ancora una volta la possibilità di scoprire uno dei tanti angoli ancora inesplorati di me stesso e nutrire la mia insaziabile anima.


L’arte è nella Natura, l'arte è la vita stessa della Natura


“Solo muovendosi, passo dopo passo, senza fermarsi mai, si arriva alla meta”.

Maurizio Doro

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  3 Febbraio, ora Italia 09:30, ora Siberia 00:00

Da Irkutsk mi scrivono:
“We have a now special year. Baikal has not frozen. It is important to understand in what place you planned it to cross the Lake”
Fortunatamente nelle prossime settimane sono previste temperature attorno i -45.
Speriamo si sistemi la “pista”.



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  4 Febbraio, ora Italia 19:30, ora Siberia 00:00

Dal Lago Baikal arrivano news:

"Baikal is not yet frozen. Yesterday I read on the forum that one fell through the ice. 
Lucky that there were three peaple".


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  9 Febbraio, ora Italia 18:15, ora Siberia 00:00

La libertà è il lusso di avere troppo o nulla?.


Da bambino ricordo di aver assistito diverse volte al carico e scarico delle valige o borse dalla vecchia 600 azzurra di mio padre. Nei miei ricordi ho ancora vivi alcuni di quei momenti, erano gli anni 70.
Solamente per andare fuori città, anche a pochi km, per fare, quello che allora sembrava di moda e una conquista, il “pic nic” in montagna.
Era diventato un classico per noi, quasi tutte le domeniche dell’anno, tranne quelle invernali.
Andavamo in luoghi dove solitamente c’erano grandi prati verdi in fiore al limite di un bosco.
Sarebbe diventato un gigantesco parco giochi da esplorare per me e mia sorella.
A volte c’erano anche gli zii e le mie cuginette, ed allora era un festone, e giù con le bracciolate e carni di tutti i tipi sulle braci del barbecou che lentamente alzava fumi e mescolava i suoi profumi con quelli della natura.
Già dal pomeriggio prima della partenza regnava in casa una certa atmosfera, la cucina era quasi sotto sopra dal continuo cercare quello che a mamma e papà veniva in mente e sistemare tutto l’occorrente per la “trasferta”.
Noi eravamo piccoli e gran parte delle cose che veniva caricata sulla macchina era per noi, dall’abbigliamento ai giocattoli.
Tutto doppio, non si sa mai.
Eravamo talmente autonomi, poteva capitare di tutto, che a noi non mancava nulla.
Si arrivava sul posto, e dopo aver parcheggiato la macchina ed individuato un posto in piano cominciava il lavoro grosso di papà; prendere tutte le borse e l’occorrente stivato in tutti gli angoli possibili della macchina e portarlo, a volte anche lontano sui 2-3 plaid a quadretti rossi, neri e verdi che la mamma aveva steso con cura sull’erba alta calpestata.
Quando tutto era scaricato e sistemato, iniziava un altro “sacro” rito: la vestizione di papà.
Appoggiato in fianco alla macchina in equilibrio prima su una scarpa poi sull’altra si toglieva i pantaloni e ne metteva un paio di vecchi e consumati, poi toglieva la maglia e si infilava il maglione sopra la canottiera di lana, continuava mettendosi gli stivali in gomma verdi e indossava una giacca leggera anch’essa datata, completava la vestizione una vecchio berretto bianco e blu da ciclista sistemato con forza dalla visiera.
Pronto.
Un saluto e con un robusto cesto in vimini a metà braccio sulla sinistra e il solito bastone, sempre presente in macchina, tenuto con la mano destra, lo vedevamo sparire lentamente, come un orso, tra i cespugli del bosco. Silenzioso andava a cercar funghi, mentre io, mia sorella e la mamma rimavamo nel prato e cominciavamo a raccogliere i fiori, mazzi di fiori.
Io però dopo un po’ mi allontanavo e andavo anch’io a curiosare nel bosco, naturalmente quando tornavo mostravo ben visibili sulle braccia e sulle gambe i segni della mia esplorazione.
Ero la disperazione di mia madre, ma lo sono un pochino anche ora che sono “grande” quando parto per qualche spedizione.
Nel tardo pomeriggio si ricaricava nuovamente tutto sulla 600, anche noi aiutavamo e con cura bisognava trovar posto pure a funghi e fiori…e a qualche insetto…..si tornava a casa.
Tutto questo fare rendere splendido il nostro pic nic e tutta la domenica.
Quante volte è successo.

Ora a distanza di oltre 40 anni anch’io sto vivendo e interpretando quasi lo stesso piacevole ruolo di padre…tramandato da mio padre…. quando vado al mare con la mia famiglia in un qualsiasi giorno della settimana d’estate.
Dico “quasi lo stesso piacevole ruolo”, perché essendo abituato a fare qualsiasi tipo di esperienza e avendo molto materiale per svolgere qualsiasi tipo di attività, sia sportiva che ludica o semplicemente di piacere, ho sempre il furgone pronto, attrezzato e carico, portabici, tavolino, sgabelli, sacchi a pelo, zaini, canotto, maschere boccaglio, canna da pesca, cambusa sempre ben rifornita.
Non ho bisogno di continuare a caricare e scaricare da casa.
E’ tutto lì sul furgone.
Quando faccio avventure per conto mio però, il richiamo primordiale mi porta a caricarmi del solo necessario anche trascurando la cura personale e l’aspetto esteriore. Pochissimo vestiario e pochi oggetti personali.
Con “Ondedighiaccio” che è un’avventura invernale in bici attraverso zone remote della Siberia, sulla mia “bikechiocciola” ci saranno solamente oggetti che mi faranno sopravvivere in questo ambiente difficile.
Oltre a quello che indosserò per resistere alle bassissime temperature cioè: scarpe invernali da -40°, 2 paia di calze, 1 completo intimo lungo, 1 pantalone pesante. A strati: 3 maglie di pile, giacca anti vento, berretto pesante, passamontagna, maschera sugli occhi, guanti lana cotta e copriguanti impermeabili…. porterò con me, 2 cambi completi (di: 2 calze - 1 intimo lungo – 1 maglia in pile), 1 fornello a benzina, 1 pentola, 2 lampade frontali, 1 gps, 1 trasmettitore di posizione.
Un sacco a pelo da -40, 1 materassino isolante e una tenda piccola.
Solo il puro indispensabile, solo organi vitali per vivere, nient’altro.
Non mi sto privando di nulla perché non mi serve nulla in più.
La mia mente è totalmente libera. E’ catturata solamente dal pensiero della necessità di vivere questa parte della mia vita senza alcun impegno con nulla e nessuno.
L’unico impegno è con me stesso.

Ed è questa l’esperienza che voglio vivere e raccontare.





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  17 Febbraio, ora Italia 08:15, ora Siberia 00:00

NON SI POTEVA NON PEDALARE QUESTA NOTTE DI LUNA PIENA.

Sgambatina di 25 ore No Stop, 240 km e 6500 m di dislivello positivo. Splendido, ahah dimenticavo..... che gran bella bastonata.

Partenza ore 09:00 del 15 febbraio da Macomer e arrivo ad Olbia alle 09:12 del giorno dopo.... giusto giusto per prendere il treno e tornare a Caglairi... che cu.....o.

Una giornata molto bella senza una nuvola, senza una persona sul percorso, poi alla sera proprio nella mia direzione, l'"Alba" della luna. E chi ha vissuto questa esperienza so di cosa sto parlando. Lei sempre splendida, appena alzata arancione, delicata, ci mi sono fermato, ci siamo guardati negli occhi a lungo, mi sono emozionato ed ho pensato intensamente al luogo che mi sta accogliendo la Sardegna. 


« La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso »

Questo è quello che scrisse il grande Fabrizio De André, 1996)

Da quasi 15 anni quest'isola mi sta regalando ogni giorno sorprese ed incontri unici e la sua storia antica, senza chiedere nulla in cambio. Ho pensato molto intensamente ai miei amici, con cui ho condiviso una splendida "bistecca" il giorno di San Valentino, la sera prima di questa partenza.

L'ho scritto alcune volte ma lo sento molto forte e radicato in me.

Ha catturato la mia anima:



Piu di 10 anni fa ho raggiunto quest’isola “Famosa”, tante erano le incertezza, ma immenso e profondo era il sentimento che mi ha portato. 
Ho lasciato la regione in cui vivevo, il Trentino, “Perfetto”, neanche un difetto.
Tra i miei ricordi e oggetti ho ancora una rivista di montagna, ben tenuta, di ALP, datata circa 20 anni fa, l’ho conservata perché all’epoca, da scalmanato esploratore, percorrevo fiumi con la muta e le corde, quello che ora si chiama Canyoning. 
Un articolo parlava di un’esplorazione di 2 giorni nelle gole di Gorrupu a bordo di piccoli canotti e calate in corda doppia, mi ha affascinato e mi dissi, “un giorno voglio andarci”.
Devo essere sincero, abito vicino a Cagliari, mi sono avvicinato a queste gole ma non le ho ancora percorse, 
MA LA RIVISTA C’E’ ANCORA ED E’ LI NEL CASSETTO.
Sarà un caso, ma ora vivo in Sardegna.
Un sogno a portata di mano che forse non realizzerò mai, è come un portafortuna, intoccabile e da conservare bene.

La Sardegna è accoglienza.

Sono partito da casa, ma sono ritornato a casa.
Qui in Sardegna ho trovato amici, gente cordiale, tutti pronti a offrirmi la loro essenza.
Non mi sono mai sentito e non mi sento solo, perché è come se fossi nato qui.
Da sempre sulla “mia isola.

Ho imparato molto stando vicino a loro. Il mio carattere curioso ed esuberante voleva assaporare e conoscere nel più profondo la storia di questa terra, le sue genti e le sue tradizioni.

Forse non tutto condivisibile, ma è molto importante conoscere la storia per capirne ora le ragioni e la cultura.
Mi sento un “Bracconiere di vita che ha bisogno di bere emozioni”.

Ho viaggiato molto all’interno su piste e sentieri, dall’Iglesiente al Campidano, dalla Barbagia al Supramonte, ho conosciuto diversi luoghi e sentito tante storie. 

Devo dire veramente grazie ai miei amici Antonio, Tore, Wlady, Sergio, Fabrizio, Davide e tanti altri che sono stati i miei maestri.

Ho visto e camminato su Nuraghe abbandonati di 3500 anni fa e visitato le “Tombe dei Giganti”

Ho conosciuto e rimasto affascinato dalla storia delle miniere e del “Direttore” che aveva potere assoluto.
Ho incontrato ovili arroccati e nascosti nelle gole, dove i pastori conducono una vita dura
Il rispetto dato “Ziu”
Ho ascoltato le storie degli anziani “Minatori, emigrati per lavoro e per la guerra”
Partecipato alle feste di paese con le loro bandierine appese da un balcone all’altro, i petali di rose sparsi nelle vie e dove i “maialetti” girano sulle braci all’aperto.
Incontrato e parlato con bracconieri e forestali.
Il banditismo e il brigantaggio.
Gli incendi.
L’uso del coltello “Sa Pattada”
Il “Codice Barbaricino”
I “Mammutones”
Ho scoperto una tradizione profonda e antica “S’Accabbadora”. Che io considero, molto personale e di elevato livello nel rispetto per la vita.
La legge delle “Chiudende”.
Ho scoperto la cordialità e la disponibilità dei sardi.
Il mare e la “Tonnara”
Le spiagge e le golette.
Mi sono emozionato
Questa è la Sardegna e io mi sento veramente parte e lei è il mio organo vitale.

Ecco volevo farvi conoscere la “Mia Vera Sardegna”, le forti emozioni che regala e chi è venuto a trovarmi a potuto portar via il ricordo piacevole delle sue genti.


Devo solo dire: grazie Sardegna anche questa notte mi hai regalato un’emozione per la vita.



Aspettando la prossima luna piena.




















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  26 Febbraio, ora Italia 13:15, ora Siberia 00:00


Ciao a tutti voi amici e sostenitori, ancora pochi giorni, poi entrerò in un nuovo sogno.




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  26 Febbraio, ora Italia 13:15, ora Siberia 00:00

PERCHE’ HO SEMPRE CORSO?

Da bambino correvo sempre, non facevo gare, ma correvo, correvo, quando dovevo arrivare in un qualsiasi posto o fare una qualsiasi cosa dovevo arrivare per primo, e correvo.
Spesso inciampavo e cadevo o semplicemente urtavo qualche cosa rompendola.
Ero un bambino spericolato e distratto.
Non so cosa dovevo dimostrare, ma era sempre una sfida e spesso l’avversario era la mia sorellina.
Primo a svegliarmi.
Primo a lavarmi i denti.
Primo a mangiare.
Primo a toccare la porta.
Primo a prendere il pallone.
Sempre primo e che litigi se mia sorella imbrogliava qualche volta per farmi sentire un perdente.
UUUUU tutto di corsa e veloce.
Mi giro e vedo la fotocopia nei miei figli….aiuto.
Crescendo poi, ho continuato….. non a vincere….. mai…. ma ad allenarmi, con il piacere del gusto alla fatica, del non fermarsi mai.
Mi piaceva fare tutto il possibile in poco tempo e da solo.
Sempre a sognare…. Correndo.
Nessun obiettivo, nessuna velleità di piazzamenti, anche se ho fatto tante belle gare che mi hanno dato soddisfazione.
Mi piaceva quello stile di vita, rincorrere il tempo, sentirmi sempre pronto.
La mia vita da atleta era così organizzata: per 20 anni ho abitato da solo e ogni mattina sveglia presto per preparare la colazione, poi al lavoro in bici, pausa pranzo in piscina, fine lavoro in base al tempo disponibile facevo bici o corsa, sabato e domenica naturalmente cose lunghe e massacranti.
E tutto questo “lavoro” condito con tutta la normale amministrazione dell’esistere: supermercato, banca, posta, negozi, visite, relazioni, cucinare, pulire, lavare ecc.
Sempre di corsa, sempre….”primo”.
Primavera, estate, autunno, inverno.
Adesso, in queste settimane gli amici mi chiedono: sei pronto? Sei ben allenato?
Io sorrido e dico:” i Naturaider sono sempre pronti”.
Poi ci penso e mi dico: “ma cosa è diventato per me l’allenamento?”
Sono oramai 5-6 anni che non conduco più una vita d’atleta puro, da quando è nata la mia seconda figlia Greta.
Ma non ho mai smesso di fare le mie avventure-esplorazioni e qualche gara in MTB.
Non faccio più allenamenti specifici, non devo correre la finale dei” 100 m”.
Ora abitando in Sardegna il mio spirito ha scoperto un altro mondo, qui si può ancora esplorare. Ogni giorno è un’avventura.
Quando esco, in bici prevalentemente, lo faccio per dare una “bastonata” alla mia memoria di atleta.
Ogni tanto faccio giri ad anello di 100-150 km, a volte prendo il treno e mi sposto di qua e di là per l’isola e poi torno a casa facendo circa 200-250 km con un buon dislivello e mangiando poco.
Gps doppio obbligatorio….. sui percorsi, nessun cartello e nessuna presenza umana…. telefono ko
Non è allenamento questo?
Poi a casa ho un sacco da fare, sempre di corsa, il giardino, l’orto, la legna….
Ecco questi sono i miei allenamenti
In bici? ci so già andare!... abbastanza bene anche.
Perché devo insistere, allenarmi in bici e portare via tempo ai miei nuovi piaceri e obblighi giornalieri se già ci so andare?
Per quello che progetto e sogno non serve un allenamento mirato.
Il bagaglio di esperienza come in tutte le cose è la sicurezza e la fiducia sulle proprie capacità.
Certo, ci sono delle avventure molto lunghe e particolari che non possono essere improvvisate e richiedono una preparazione adeguata.
In ONDE DI GHIACCIO l’avventura sarà sicuramente oltre i 22-24 giorni e le temperature molto basse da non sottovalutare.
Ogni esploratore crea e crede in ogni sua teoria.
Qui in Sardegna non ho potuto simulare la situazione che troverò in Siberia ed è per questo che le mie uscite sono state fatte prevalentemente nelle giornate piovose con scarpe e abbigliamento leggero.
Essendo il piede la principale parte del corpo inattiva in bicicletta e soggetta a subire il maltrattamento della temperatura, non l’ho mai risparmiato all’insulto, quando mi coricavo a letto la sera, negli ultimi periodi ho sempre cercato di dormire con i piedi scoperti dal piumone….
Potete immaginare quanto sia scomodo e pensieroso il sonno….. vi assicuro che è una tortura che rafforza sicuramente la psiche.
In quest’avventura le ore giornaliere in sella alla MTB saranno molte e dato che io esco poco, un aiuto me lo sono fatto dare da una vecchia sella che tenevo sempre a portata di mano in casa e la mettevo tra me e il divano o tra me e la sedia quando mangiavo…..questo tipo di allenamento rafforza poco la psiche ma prepara alla compressione.


Avrò fatto una buona preparazione?


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  4 Marzo, ora Italia 10:45, ora Siberia 00:00

Ultime piccole cosuccie per le festicciole di carnevale. Poi tra qualche ora via verso http://ondedighiaccio.blogspot.it/ 
Cercherò di fare il possibile per tenervi aggiornati mandando notizie e foto in diretta tramite il mio Amico Francesco Carloni ( che mi aiuta inossidabilmente da oramai 25 anni) con cui sarò in contatto satellitare. Colgo l'occasione per ringraziare i miei Sponsor-Amici tra cui Sardinia Mountain Bike e tutto il suo gruppo http://www.sardiniamountainbike.com/ che mi ha messo a disposizione il loro telefono satellitare. GRAZIE. Un abbraccio a tutti voi,
LA VITA E' UN'AVVENTURA, MA ANCHE UN CIN CIN.


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     5 Marzo, ora Italia 23:20, ora Siberia 07:20

Maurizio ha cominciato la sua nuova avventura. Questa mattina è partito per la Russia e in attesa del volo per Mosca ci ha inviato delle foto.





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Sono sull’aereo che mi sta’ portando a Irkutsk, non so descrivere come mi sento, ho preso il posto vicino al finestrino, sono tutto sudato dalla gran corsa che ho fatto. L’aereo che mi ha portato da Mosca e’arrivato in ritardo, meno di un’ora per arrivare al gate G14.
UUU che coordinazione districarsi e superare le file, i nastri e raggiungere i controlli.
I responsabili del volo mi aiutano e indicato le varie corsie.... fatta......naturalmente ultimo.... ma sempre di corsa (ricordate?)
Slaccio copri pantaloni, tolgo gli scarponi e mi spoglio delle maglie.
Si, per rientrare nei pesi e non pagare l’eccesso bagaglio, mi sono vestito....da palombaro.
23 kg da stiva (compresa la bici) e 10 kg da imbarcare.
Ora la faccia e tutta sul finestrino, come un bambino con gli occhi lucidi e sorridente guardo giu’ di qua’ e di la’, sono emozionato, il primo istante e’ un brivido e c’e’ tanta curiosita’.
Poi man mano che i minuti passano cresce la consapevolezza e comincio a vedere chiaro chi ho difronte e chi sono io.
Sto andando verso il luogo dei miei ultimi sogni.
Vedo il trascorrere lento di un’istante della mia vita.
Da subito ai miei occhi si presenta un mondo ben distinto, lo stesso che probabilmente vedro’ quando saro’ sul Lago Baikal.
Un taglio netto che separa il cielo perfettamente azzurro e sotto questa linea perfetta un mondo bianco che non ti fa vedere cosa c’e’ sotto, ma che fa aumentare sempre piu’ la bramosia della mia curiosità per scoprire un nuovo mondo personale.

Io mi sto’ insinuando nello spazio libero tra il ghiaccio e il cielo







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UN GIORNO A IRKUTSK
Sono giè nella sera, per la prima volta ho avuto la sensazione che la giornata sia passata come doveva passare, non è volata. Ho questa sensazione anche adesso che sono seduto al pc.
E’ stata una gran giornata, non mi sono mai fermato ed ho fatto molte cose, ma con calma senza “correre”.
La notte scorsa mi sono coricato alle 23, ma alle 2 ero già sveglio, mi sono girato alcune volte nel letto, ho capito che era impossibile riprendere sonno, così ho deciso di tirarmi avanti con i “lavori”.
Ho distribuito tutto sul pavimento di legno e sull’altro letto della mia piccola stanza e l’ho ricontrollato e sistemato in buste di plastica.
Ogni tanto bevevo perché il riscaldamento a palla mi seccava la gola.
Alle 6 riprendo quella che dovrebbe essere la mia situazione naturale di notte, stare a letto.
Riesco a dormire altre 2 ore.
Fiato alle trombe, inizia la giornata.
Mi preparo la colazione: 2 uova e salame, formaggio e poi sotto con il pane e marmellata.
Sono in maglietta e fa un gran caldo in casa e quando mi preparo per uscire, il vestirsi pesante in previsione del freddo esterno mi fa sudare e quasi gocciolo.
Vado in centro che dista alcuni chilometri e decido di usare i mezzi pubblici.
E’ una opportunità  per vivere un’azione quotidiana che la maggior parte delle persone che vive nelle città compie.
Subito percepisco una certa disciplina, anche sul bus come per le strade e nei grandi magazzini non c’è quel gran caos e frastuono, sembra tutto ovattato.
Guardo le persone, ma anch’io sono osservato perché sicuramente riconosciuto come turista, forse strano, perché oltre all’abbigliamento pesante indosso anche gli scarponi da -40 gradi.
Si paga quando si scende.
Man mano che arrivano le fermate, la gente si prepara e si avvicina buttando i soldi sulla moquette che riveste la parte metallica in fianco all’autista.
L’occhio é vigile e le mani del guidatore si muovono velocemente, prendono e danno il resto sensa esitazione.
Mi piace pensare come sarebbe in Italia se si pagasse quando si scende alla fermata.
La mia fermata è vicino a dei grandi magazzini, ho bisogno di una termos, di piccoli ramponcini da mettere e togliere velocemente dagli scarponi, un orologio, un termometro, un cavalletto per la macchina fotografica e della benzina per il mio fornello.
Giro con calma e trovo tutto, ma che comiche ne sono nate per spiegarmi, che lingua il russo!
Esco dall’ultimo negozio, è proprio vero che “il mondo e’ piccolo”, quasi sbatto contro un ragazzo che ho incontrato all’aeroporto di Mosca menrte ci scambiavamo le prese per caricare il telefono.
Immediatamente ci siamo riconosciuti, ci siamo salutati e stretti con vero entusiasmo come se ci si conosce da molto tempo. E’ stato un bel sorriso che ha trovato posto nei miei ricordi.
Le ultime ore del pomeriggio le passeggio sulle sponde le fiume Angaara, sulle ringhiere gli innamorati tentano di legarsi gli amori con luccicanti luchetti.
Appoggiato su una ringhiera in alto guardo una coppia di sposi mentre i loro amici mi offrono da bere.
Circa 300 sono i piccoli immissari del grande lago, uno solamente l’emissario.
Per un momento mi assento e guardo fisso le sue acque, il fiume non è assolutamente ghiacciato, non chiedo spiegazione a nessuno e continuo a bere.
Domani prenderò il treno per arrivare all’estremo sud del lago Baikal.

Devo percorrere un po' di ghiaccio. Spero.














































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9 Marzo, ora Italia 17:45 ora Siberiana 00:45


Questa mattina alle ore 9:00 (Siberia) Maurizio è partito, con il treno, dalla città di Irkutsk  per raggiungere il lago Bajkal. Dopo quattro ore di viaggio è sceso nella piccola città di Slyudyanka. 
Con un Sms ci ha informato che la giornata è stupenda e la temperatura è di - 10° C. 












Alle ore 14:26 è salito sulla sua bicicletta ed ha iniziato la risalita del lago ghiacciato in direzione Nord-Est tenendo la costa alla sua sinistra. 


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9 Marzo, ora Italia 16:45 ora Siberiana 00:45


Oggi dopo 10 ore di pedalata Maurizio si è fermato per la notte sulla spiaggia di Bol'shiye Koty. Da una misurazione approssimativa oggi ha percorso 90-100 chilometri. Questa mattina prima di riprendere il suo viaggio ci ha spedito una breve descrizione della giornata di ieri. I chilometri percorsi sono stati 70, il fondo a volte lo costringeva a spingere la bicicletta, il vento non dava problemi nella progressione. Solo la notte è aumentato e la temperatura è scesa a -20°C. Dalle prime foto che ci ha inviato si notano le "Onde di ghiaccio" che ha dovuto scavalcare o evitare costringendolo ad allungare la traccia. 
 Maurizio ha incontrato anche una spedizione scientifica che fa delle ricerche utilizzando la profondità del lago.












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9 Marzo, ora Italia 18:30 ora Siberiana 02:30

 




 Incontri e nuove amicizie VIDEO



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 10 Marzo, ora Italia10:30
                   ora Siberiana18:30


NEWS. 
Maurizio è ripartito questa mattina vero le h 9:00. La  giornata è ventosa ma soleggiata. Dopo alcuni chilometri una caduta, causata da una spaccatura del ghiaccio non visibile, lo ha costretto dirigersi verso il villaggio di Bolshoye Goloustnoye per poter asciugare i pantaloni e approfittare del momento per mangiare qualche cosa di caldo, una zuppa con del pesce. Nei due video allegati Maurizio ci descrive la situazione in cui si è trovato oggi.








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                    ora Siberiana21:00


News.
Dopo una sosta di un paio d'ore, Maurizio ha ripreso la pista verso Nord, ma dopo pochi chilometri ha dovuto invertire la direzione per cercare una via più sicura e non cadere nei varchi che si sono creati nel ghiaccio. Dopo vari  tentativi e spingendosi verso il largo del lago, Maurizio ha ripreso la sua direzione e alle ore 20:25, attraverso il suo trasmettitore satellitare, ha conferrmato "OK tutto a posto". 
Nel video che ci ha inviato, Maurizio ci racconta del momento critico in cui si è trovato.






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          ora Siberiana 05:15 



Maurizio si è fermato per passare la notte su una piccola spiaggia del lago. Guardando le immagini satellitari si notano bene delle case e delle baracche. Sicuramente ha deciso di utilizzarle per riposarsi al caldo, o solo per proteggersi dal vento mentre dorme  nella sua tenda.




Da questa immagine, tracciata dal suo trasmettitore di posizione satellitare, si notano bene i cambi di direzione, lo zigzagare per evitare le fratture nel ghiaccio e le "Onde di ghiaccio" fino trovare una via sicura dove proseguire.




I chilometri che ha percorso oggi Maurizio sono circa  60, ma saranno di più perché la nostra misurazione è quasi lineare. 
In attesa di News dal lago Bajkal ecco nuove foto.










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Questa mattina (ore 16:30 Siberiana) Maurizio ci ha inviato un messaggio, e un video, dove ci racconta delle difficoltà nell'avanzamento su un lago non completamente ghiacciato e con la possibilità di improvvise spaccature sulla superficie. Il morale è buono e lui sta bene, ma purtroppo per l'attenzione aumentata e la continua esplorazione della superficie, la media giornaliera di chilometri percorsi è diminuita rispetto le previsioni e i calcoli fatti prima della partenza. 

















Adesso si trova nella parte Sud del lago Bajkal, speriamo che dirigendosi verso Nord-Est il ghiacco sia più solido dando la possibilità a Maurizio di aumentare i chilometri giornalieri.













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Si sta facendo giorno a Krestovskiy Cape.






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Partito questa  mattina, alle ore 9:00 da  Krestovskiy Cape, Maurizio ha pedalato per 11 ore e percorso 80 km fino raggiungere la piccola isola di Ogoi. Prima pero è passato, pedalando, sullo stretto che divide la terraferma e l'isola di Olkhon..




 





L'isola di Ogoi non offre nessun tipo di protezione dai venti freddi, non ci sono neanche baracche per poter dormire al "caldo", per cui Maurizio ha subito montato la sua tenda dove  passerà la notte. 
Una curiosità dell'isola di Ogoi è che, sulla parte più alta, c'è un grande Stupa Buddista. Sicuramente Maurizio non si farà scappare l'occasione per visitarlo. 















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Oggi Maurizio ha percorso pochi chilometri. Dall'isola di Ogoi, dove si era accampato iei sera,
si è diretto verso l' isola di Olkhon per raggiungere il paesino di Khuzhir. Dopo un pasto a base di pesce tipico del lago, Baikal omul, Maurizio è andato a fare compere e scorte di cibo, perché questo sarà l'ultimo grande paese che incontrerà prima di arrivare a nord del lago.




La sosta in questa cittadina è stata anche l'occasione per Maurizio, come ci racconta in questo audio, di fermarsi e riposare un poco di più.




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13Marzo, ora Italia 22:30 
                                                                                                 ora Siberiana 06:30


Questo pomeriggio Maurizio è riuscito inviarci una email. Grazie alla sua simpatia e alla sua innata capacità di socializzare  si è procurato un PC e ci ha spedito un resoconto delle difficoltà incontrate pedalando sul ghiaccio. A questa email ha allegato anche due video mentre gira per il villaggio di Khuzhir.








VIDEO1 













Domani mattina ritorno sulla costa. Mi hanno detto che probabilmente troverò molto ghiaccio rotto. Quest'anno è stata una stagione invernale anomala, ha fatto molto più caldo del solito e causa delle temperature più alta il ghiaccio si muove molto e continua spaccarsi. Nei giorni scorsi pedalavo sotto costa 300-400 metri, ma era di una tensione perché spesso dovevo cercarmi la strada e superare fratture, canali e muretti di ghiaccio. Poi con dei boati del ghiaccio che si fratturava.....da pelle d'oca. Un giorno ero fermo ad una decina di metri da un incrocio di fratture che formavano un angolo e improvvisamente si è spaccata una gigantesca lastra  huuuuu!  Ora mi avvicino con cautela, perciò spesso pedalo a diversi chilometri dalla costa , anche 3-4, perché le fratture sono meno, ma a volte gigantesche. Il problema è che se sale il vento improvvisamente sono lontano dai ripari verso la costa. Quando sale il vento specie di fianco, non riesco a tenere la bici, mi scivola e mi trovo spesso disteso sulla lastra di ghiaccio. Ho un gomito, un ginocchio e un'anca che mi fanno un gran male. Naturalmente quando cado è sempre su quei punti. Allora metto dei ramponcini leggeri e spingo la bici, così sono ben stabile. Quando il vento cala salgo e pedalo con i ramponcini. 

Nel villaggio in cui mi trovo adesso , Khuzhir, ho fatto scorta di cibo e gasolio per il mio fornellino. Da qui in poi la costa diventa più selvaggia, disabitata e ci sono circa 400 chilometri per arrivare ai primi villaggi della parte nord del lago Bajkal.

Un saluto a tutti gli amici che mi stanno seguendo e che scrivono messaggi di incoraggiamento e stima sul mio Blog " Onde di Ghiaccio"


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14 Marzo, ora Italia 16:30 
                                                                                                          ora Siberiana 00:30



Sono appena passate le ore 19 ( Siberiane) e un messaggio con scritto " OK Naturaid Mauri tutto procede bene" ci dice che Maurizio ha concluso, anche oggi,  la sua giornata sul lago Bajkal. I chilometri percorsi oggi sono 80 per un totale approssimativo, in sei giorni, di  450 Km. Dopo 8 ore di pedalata Maurizio si è fermato vicino a Rytyl Cape. Da una ricerca, con mappe satellitari, nelle vicinanze ci sono delle case e forse Maurizio cercherà lì una sistemazione per la notte. 






-DOV'E' MAURIZIO IN QUESTO MOMENTO-








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15 Marzo, ora Italia 16:00
                                                                                     ora Siberiana 00:00



La progressione è lenta, ma anche oggi Maurizio ha pedalato sul ghiaccio del lago per 70 chilometri. Non sappiamo, al momento, perché Maurizio sia così in ritardo rispetto i giorni scorsi, ma possiamo immaginare che oggi le condizioni del ghiaccio non siano state le più favorevoli ed è arrivato a Zavorotny Cape alle ore 22 (siberiane). Dalle notizie che abbiamo è il luogo più isolato del lago Bajkal e in una baia vicina c'è un piccolo porticciolo e delle case utilizzati da pescatori.
























In questo video Maurizio ci fa sentire il rumore del lago provocato dalle spaccature del ghiaccio.   








www.mauriziodoro.it

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16 Marzo, ora Italia 09:30 ora Siberiana 17:30


Una perturbazione con nevicate sta passando sopra il lago Bajkal. 




Aspettando notizie possiamo guardare queste nuove foto che Maurizio ci ha spedito, e vi
invito scrivere un commento di incoraggiamento e stima a questo nostro grande amico.


























-DOV'E' MAURIZIO IN QUESTO MOMENTO-

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17 Marzo, ora Italia 11:00 ora Siberiana 19:00

Questa mattina alle ore 10 ( h 02:00 in Italia) Maurizio è risalito sulla sua MTB. Oggi cercherà di recuperare i chilometri che non ha potuto percorrere ieri. La perturbazione che ieri è passata sul lago Bajkal ha portato neve costringendo Maurizio ad una lenta e attenta progressione sotto costa. La neve, anche se poca, può nascondere le spaccature e i varchi nel ghiaccio con il rischio di caderci dentro con conseguenze abbastanza gravi. 
35 i chilometri fatti ieri da Maurizio, e una notte passata a Yelohin Cape. 
Una nuova perturbazione si avvicina al lago, ma il segnale di posizione satellitare di Maurizio ci indica che è molto vicino ad un porticciolo con delle baracche. Sicuramente
sarà il suo punto per concludere la traccia di oggi.






-DOV'E' MAURIZIO IN QUESTO MOMENTO-

www.mauriziodoro.it

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17 Marzo, ora Italia 22:00 ora Siberiana 06:00





Ore 12:14:46 ( in Siberia h 20:14:46) Bolsodey Cape.

Dopo 10 ore e 45 chilometri, Maurizio decide di fermarsi lì per la notte. Anche oggi la progressione è stata lenta e ostacolata da numerosi varchi, cavalli di frisia di ghiaccio, onde di ghiaccio, uno spettacolo unico al mondo in questo periodo sul lago Bajkal, ma che bisogna sempre rispettare e temere.

560 chilometri fatti e meno di 100 per arrivare a Severobajkalsk.















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18 Marzo, ora Italia 16:00
                                                                                       ora Siberiana 24:00

Oggi alle ore 19 e 30, Maurizio è arrivato al villaggio di Baikakskoe. I chilometri percorsi sono 60. Dopo aver ripreso il suo cammino  prima delle h10, e fatto appena 20 chilometri, Maurizio e arrivato a Kotelnikovsky Cape. In quella zona c'è un isolato Resort e utilizzato nei mesi estivi, ma sicuramente abitato o con dei custodi. Maurizio, se possibile, ne avrà approfittato per riscaldarsi e mangiare qualche cosa di caldo. 
Aspettando un resoconto di questi ultimi giorni, gustiamoci questa nuove foto.



















Ci scusiamo con tutti, il Blog in questo momento presenta dei problemi. Chi ha piacere di seguire l'avventura di Maurizio, può farlo attraverso le sue pagine Facebook, Maurizio Doro o Naturaider Maurizio Doro. Grazie













34 commenti:

  1. Sei Spelndido
    Il tuo romanticismo, è quello che tiene in vita i nostri cuori.
    Marta, Paola, Flavia

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  2. Vai Maurizio!
    Affrontare queste avventure ci fa regredire all’essenziale, ci fa capire da quante cose non necessarie siamo circondati. Ritorniamo a casa “pieni”, convinti di aver capito qualcosa in più ma poi facciamo fatica a non farci trascinare da questa società che ci impone bisogni inutili.
    In bocca al lupo per questa tua nuova avventura.
    Firmato: un viaggiatore (meno estremo di te)

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  3. Ciao Maurizio, mi chiamo Antonio e siamo quasi coetanei. Sono anni che ti leggo e guardo i tuoi film. Tu hai trasmesso a me e a mia moglie la passione per la bicicletta ed ora facciamo le vacanze sempre in bicicletta. Ero molto giovane quando lessi di te per la prima volta del tuo viaggio in Tibet. Sono passati molti anni e ti ritrovo sempre in sella alla grande. Per te il tempo sembra non passare mai. Invidio la tua energia. Un saluto dalla Toscana e buona avventura. Sei un grande.

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  4. Grazie Maurizio, le tue lettere mi fanno sognare e per un momento dimentico la realtà. Sei unico. Claudia TN

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  5. Auguri e un caldo abbraccio per la tua nuova avventura. Ciao da Olbia

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  6. VAI GRANDE MAURIZIO SPIRITO LIBERO. MIK

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  7. In bocca al lupo per la tua nuova avventura. Unico N1. Naturaider Luca

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  8. Vai vai, uomo del ghiaccio. Con ammirazione.
    Ciao da Pietro

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  9. Che l'energia sia con te, buona avventura. Ciao Sabry

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  10. Pochi giorni alla tua avventura e farai sognare noi biker. Auguri e buon divertimento. Sei un grande riferimento. Mario da Venezia

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  11. Complimenti ho guardato le tue avventure degli anni scorsi - sei veramente un GRANDE in bocca al lupo da Giuliano

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  12. FORZA MAURIZIO BUONA AVVENTURA. UMBE

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  13. Semplicemente oltre i tempi. Poeta dell'avventura. Mario VE

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  14. Complimenti per la tua vita speciale e auguri per questa prossima avventura. Ciao da Cristina

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  15. Buona avventura, sei un grande, con ammirazione, biker Vito

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  16. Ciaooooooo e aspettiamo il racconto. Claudia

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  17. Ciao Maurizio, conosco il tuo entusiasmo contagioso e il punto di vista speciale che hai sul Mondo. Pur essendoci nato non avevo notato le particolarità che la Sardegna offre e che Tu hai subito notato e raccontato, forse perché per noi è 'normale'. Ti auguro di trovare, lungo il viaggio, tutto quello che cerchi fuori e dentro di Te.
    Il fuoco per la bistecca del rientro è già acceso!
    Ciao
    Tore

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  18. Grande Maurizio, goditi questa ennesima avventura.
    Naturaider Matteo

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  19. Finalmente una nuova AVVENTURA! Ti stavi adagiando troppo lì in Sardegna.
    Sei fortissimo. Stefano PD

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  20. Caro Maurizio, mentre noi sogneremo questa tua avventura tu starai realizzando e vivendo questo tuo sogno! Buona avventura e un forte abbraccio dal tuo "consulente informatico" ! W.

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  21. Sbaglio, ma la temperatura non è bassa come ti aspettavi?
    Forza!!!
    Tore

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  22. Non ci fai mancare niente per farci emozionare di questa tua avventura. Tra difficoltà, pericoli, tensione riesci a mandarci messaggi, foto, video... come fai!!! Grande Mauri e.. grazie per far vivere anche a noi una parte della tua fantastica esperienza! Un abbraccio.
    Antonio (Antmar)

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  23. Ciao mauri!
    ti seguiamo dal comodo divano di casa! ti vediamo bene! buona avventura, sei sempre forte! Giuseppe e Giacomo

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  24. Ciao Mauri : "Il viaggio deve essere avventuroso; sentire più da vicino le necessità e gli intralci del vivere; scendere da questo letto di piume della civiltà, e trovare sotto i piedi il freddo del ghiaccio. Le asperità sono vitali tengono in circolo l'adrenalina."
    A presto Sergio

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  25. Mi ritrovo spesso a pensare a cosa starai facendo o affrontando. Che Avventura!
    Quel ghiaccio che si spacca e sempre imprevedibile è davvero attraente, grazie per il racconto!
    Forza!!!
    Tore

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  26. Grade Maurizio!!! è sempre uno spettacolo seguirti!! sei unico!!! forza! Massimo BS

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  27. Bellissimo Maurizio, bellissimo!
    forza, forza!
    Benedetto

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  28. Vengo a conoscenza solo oggi del tuo affascinante viaggio.
    Veramente emozionante leggere la cronaca delle tue giornate
    Sii forte e morale sempre alto!!

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  29. Grande Mauri... Ti seguo in silenzio con grande ammirazione per le tue capacità fuori dal comune. Sei un Grande Uomo.
    Stefano Fabrizi

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